Paint Your Body
Il Body Painting è un settore della body art, tra le più spettacolari e antiche forme d’arte. A differenza del tatuaggio è temporaneo. Consiste nel dipingere un corpo, o parti di esso, con colori studiati per la pelle, sia con disegni astratti che realistici creando vere e proprie opera d’arte viventi.
Text & Images > Roberto Morellini
Da Wikipedia
“Il tatuaggio (derivato dal francese tatouage, a sua volta dal verbo tatouer, in italiano “tatuare”, e questo dal termine anglosassone tattoo, adattamento del samoano tatau) è sia una tecnica di decorazione pittorica corporale dell’uomo, sia la decorazione prodotta con tale tecnica. Tradizionalmente la decorazione è destinata a durare per molto tempo, ma in tempi recenti sono state inventate tecniche per realizzare tatuaggi temporanei. Nella sua forma più diffusa, la tecnica consiste nell’incidere la pelle ritardandone la cicatrizzazione con sostanze particolari (più precisamente è chiamata scarificazione) o nell’eseguire punture con l’introduzione di sostanze coloranti nelle ferite.”
“La body art (EN “arte del corpo”) è una corrente artistica diffusasi negli Stati Uniti e in Europa negli anni sessanta del Novecento. Comprende forme artistiche fatte sul corpo, con il corpo o opere consistenti nel corpo stesso. Forme di body Art sono body painting, tatuaggi, piercing, scarificazione, branding. Si inscrive nell’ambito della performance, ossia della prassi artistica teorizzata da Allan Kaprow nel 1959, che fece dell’azione dell’artista l’opera, spesso coinvolgendo il pubblico.”
“Il Body Painting o bodypainting è una forma di body art in cui a differenza del tatuaggio o di altre forme di body art, la durata è temporanea. Il tempo di permanenza, dipendente dai tipi di colori utilizzati, varia da qualche ora a qualche giorno essendo una forma d’arte in cui, per sua stessa natura, ogni opera è destinata alla distruzione. Il body painting trova come suoi partner naturali: la fotografia, che permette di immortalare l’attimo e conservare la creazione dell’artista; il video, che riprende in diretta la realizzazione dell’opera; l’esibizione sia durante la pittura sia ad opera completata.”
Ecco che entro in gioco io.

Non potrei, un po’ per carattere un po’ per paura del futuro, farmi un tatuaggio. Li adoro, li trovo affascinanti, tribali. Corpi che diventano opere, quadri viventi. Corpi rabbiosi, suadenti, antichi e moderni. Si fanno osservare o per disgusto o per piacere, o per curiosità o per stupore. Li potresti analizzare con un lentino per scoprirne le sfumature, i dettagli, come in un affresco del Michelangelo. Sono eterni (visto che sono stati trovati sul corpo della mummia del Similaun, 3300 A.C.). Li vorrei. Vorrei raccontare come il mio tempo li vive, vorrei io stesso essere tela. Ma nulla da fare. Trovo un modo diverso di farmeli. I miei maestri mi vengono incontro: voglio trasformare questi corpi in ready made, in “oggetti che sono altro”. Prendere dei corpi e farne un oggetto da guardare per ore, togliendosi dall’imbarazzo di osservare quello che altrimenti sarebbe una persona. Prendo la mia foto con il mio lentino e studio questa tela. Giro la foto e non la guardo. Ci ritorno. Non la condivido o la desidero. Mi scopro fan o oppositore. Il nuovo “oggetto” non ha una temporalità come il body painting, ma potrebbe averla. Come il tatuaggio potrebbe essere longevo o, visti i tempi tecnologici, ridotto a una mera sequenza di codice binario che tra altri 10.000 anni – forse – ritroveranno in giro per la rete!

